sabato 16 agosto 2014

VUOTI...A PERDERE

Si parla tanto di debito pubblico e di immobili dello Stato da vendere. 
BANDITA
Ecco, segnaliamo un paio di edifici, importanti e restaurati più volte con fondi per il terremoto. Quello di Bandita e l'immobile di Bandita Cilleni. A quanto ne sappiamo sembra sia di proprietà della Regione.
Vuoti, tristemente vuoti da anni e senza una destinazione apparente. 
BANDITA CILLENI
Immobili di qualità in contesti particolari, zona parco, in cui non sarebbe più possibile costruire, che potrebbero essere affittati o venduti a privati, potrebbero esser utilizzati per fini pubblici, che so museali, espositivi, ricettivi, ma anche abitativi. 
Insomma ogni soluzione è meglio dell'attuale stati di abbandono e di conseguente degrado 

3 commenti:

  1. La Regione dell’Umbria, subentrata nel 1975 all’”Azienda di Stato per le Foreste Demaniali”, possiede gran parte del patrimonio forestale regionale. Con esso centinaia di unità immobiliari, ubicate in luoghi incantevoli, sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista naturalistico, compresi ovviamente quelli situati nel Comune di Assisi. Nella stragrande maggioranza dei casi, fatte salve rarissime eccezioni, sono in completo stato di abbandono, in taluni casi, divenuti “cave” di pietra squadrata e di coppi antichi o, altri casi, luoghi dove “officiare” riti più o meno esoterici. Ve ne sono alcuni immersi proprio nei verdi boschi del mote Subasio che, se fossero valorizzati e messi sul mercato (non svenduti), diverrebbero appetibili anche in un momento di crisi del mercato immobiliare qual è questa attuale. Valorizzarli, significherebbe anche impedirne l’inesorabile rovina. La valorizzazione, sotto varie forme, ricettiva, abitativa e sociale, potrebbe anche ridare vita a quelle zone montane che una volta erano brulicanti di vita, invece ora, fatte salve qualche, più o meno genuina attività agrituristica e qualche casa di residenza, sono in completo abbandono.
    La Regione Umbria ha un patrimonio immobiliare rilevantissimo, solo in piccolissima parte “messo a reddito” o concesso per attività sociali o culturali degne di nota. Come accade per molti Enti, compreso il comune di Assisi, la Regione spesso non ha neanche cognizione di ciò che si possiede.
    Dato che gli immobili demaniali, compresi quelli degli Enti Locali, non sono soggetti a tassazione, una proposta per dare una mossa alla questione, ad esempio, potrebbe essere quella di una tassa a favore dello Stato, ovvero una diminuzione di trasferimenti dallo Stato alle Regioni, basata su quegli immobili ingiustificatamente lasciati in degrado o comunque non utilizzati, in caso contrario un regime premiale basato su gli immobili messi a “reddito” o comunque valorizzati ovvero venduti (non svenduti ai soliti amici degli amici…). Ad ogni buon conto, lasciare che dei beni pubblici vengano lasciati in abbandono ed in rovina, rappresenta uno sperpero di risorse pubbliche che oggi non ci si può permettere.

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  2. Chissà che la Regione non si dia una svegliata? Perché non mettere a profitto certi immobili? Perché non aprire una sorta di concorso di idee per definirne la destinazione?

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  3. Nel 2010 la Regione Umbria, attraverso la Comunità Montana, mise a bando due casolari "ristrutturati" nella zona: la Bandita Piccola e la Banditella. Bando veramente complesso e vincolante a cui cercai di partecipare con alcuni amici.
    La prime problematiche risultarono subito evidenti:
    1) La Bandita Piccola era lungi dall'essere terminata;
    2) La Banditella, ristrutturata ante terremoto, aveva bisogno di interventi, un po' per terminare lavori non terminati, un po' perché l'incuria e il terremoto avevano fatto il loro dovere e soprattutto per il fatto che era stata spogliata di tutto il derubabile.

    La Comunità Montana, dalla quale debbo dire ho ricevuto un'apprezzabile disponibilità, non era stata messa in grado di fornire informazione sulla forma e i tempi di futuri interventi, informazioni che come capirete risultano essenziali nella formazione di un'offerta per un bando.

    Contattato, dopo numerosi tentativi, il responsabile dei lavori in Regione, mi sono sentito rispondere che non avrebbe potuto dare per telefono le informazioni a tutti gli interessati (n.b. eravamo solo due gruppi "concorrenti"). Tra le righe e nel tono mi è sembrato di leggere un "lascia perdere tanto queste case non le prende nessuno". Ma sicuramente mi sono sbagliato. E comunque, se proprio ci tenevo, avrei dovuto fare richiesta scritta alla Comunità Montana (si, a loro mentre le informazioni le aveva la Regione) ed entro 40 giorni sarebbero costretti a rispondermi. Peccato che il bando avesse scadenza 30 giorni. Probabilmente un dettaglio che sarà sfuggito.

    Così, privi di informazioni vitali per preparare un business plan serio (oltre ai lavori c'erano anche altre problematiche), abbiamo seguito il messaggio che ho creduto essermi stato inviato e abbiamo mollato. I nostri concorrenti ci hanno provato lo stesso, ma la loro offerta è stata rigettata per un dettaglio formale.

    Successivamente, in maniera informale, mi venne riferito che il bando in questione serviva a placare le pressioni di un qualche politico che voleva sbrigarsi a dare in gestione gli immobili ristrutturati, mentre i "quadri" avrebbero preferito dare a corpo tutti e 6 gli immobili della Bandita (i 2 che ho citato, i 2 citati nell'articolo, più la canonica e Casa Orlando) ad un unico soggetto. Per cui era incorso una specie di braccio di ferro. Risposi che per gestire "d'emblée" 6 casolari sarebbe occorso un soggetto di peso. Mi fu fatto un nome.

    A 4 anni di distanza sembra che, ammesso che vi fosse mai stato, il braccio di ferro sia rimasto senza vincitori. Se avete ulteriori notizie sarei curioso di sapere gli sviluppi della vicenda.

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