mercoledì 10 settembre 2014

QUEL SUPERMERCATO PROPRIO NON CI VOLEVA

Qualcuno provi a spiegare quale potrebbe essere la ragione di un'operazione sciagurata come questa. Che senso ha un supermercato di queste dimensioni in una zona residenziale, peraltro con uno standard urbanistico assai accettabile, molte villette a 2 o 3 piani e piccoli palazzi? 
supermercato Emi
Un supermercato c'era, molti altri sono presenti nel raggio di un chilometro. Ci chiediamo: a cosa serviva devastare questa area con un colosso edilizio del genere? 
A che serve un'amministrazione pubblica se non a tutelare il proprio territorio e gli interessi della maggioranza dei cittadini? Santa Maria degli Angeli ha subito una cementificazione negli ultimi anni pari a centinaia di migliaia di metri cubi. Che eredita lasciamo ai nostri figli?

9 commenti:

  1. un'amministrazione senza idee e senza progetto riesece solo cementifica. E' il famoso governo del fare

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  2. Un pizzico di camorra e ndrangheta...riciclo riciclo...

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  3. Sempre caro mi fu quest'ermo capannone,
    e questo supermercato, che da tanta parte
    dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

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  4. La concentrazione di supermercati che c'è a Santa Maria degli Angeli,
    non mi pare di averla vista nemmeno a New York..........

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  5. Ad essere onesti, quel volume, (forse un po’ meno) era già previsto dal vecchio piano Astengo.
    Tanto che nei primi anni “80, non senza traversie, venne edificata la vecchia ala del fabbricato.
    Già un progetto vecchio e non calibrato alle esigenze e funzionalità del mondo che andava cambiando. Tanto che, a parte il supermercato e gli uffici, nessuna attività è mai sopravvissuta.
    Ne è dimostrazione il fatto che, a parte un paio di realtà, tutto il piano dei negozi è stato trasformato e utilizzato come uffici o studi.
    La vecchia ala, anche se non di eccellente qualità architettonica, per lo meno non era deturpante del paesaggio, altezza compresa. La nuova ala, che assomiglia più ad un anonimo capannone industriale, oltre ad essere più alta del vecchio corpo, è anche dal punto di vista estetico bruttissima.
    Un vero schifo. In più è un obbrobrio dal punto di vista paesaggistico, una cosa avulsa dal contesto circostante. Letteralmente toglie il respiro alle villette e piccole palazzine circostanti.
    Di tanto altro brutto cemento, francamente a Santa Maria nessuno sentiva la mancanza. Tanto più che questo territorio è stato stuprato da una politica urbanistica insensata e volta alla speculazione sui suoli.
    Non è che a Santa Maria non si sarebbe dovuto costruire nulla, ciò è impossibile, si sarebbe dovuto puntare sul riuso dei suoli e non sul consumo dei suoli, inoltre sull’edilizia di qualità, anche dal punto di vista architettonico. Invece sempre la stessa edilizia mediocre, ripetitiva, senza arte e ne parte. Assisi meriterebbe di più. Purtroppo a costruire sono sempre gli stessi e con gli stessi archetipi, brutti, anonimi e insignificanti.
    Questo è se, vi pare.

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  6. la concorrenza con bastia allora governata dai "rossi", l'osanna al libero mercato dove tutto è consumo e nulla riuso, mettiamoci un pizzico di soldi da investire, "l'assenza" dell'amministrazione a cui il cemento piace, ( ma ditemi a quale amministrazione non piace il cemento?), ed ora? bè lo riadatteranno a favolosi appartamenti? ci metteranno dentro un bingo? sarà acquistato dagli unici che possono, i frati, magari adottati e ci faranno un albergo? ....... Silenzio

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    1. Purtroppo è anche pur vero che il cemento piace in maniera trasversale.
      Se a destra il movimento e quello di “cemento e moschetto”, a sinistra hanno “falce e setello”.
      Con l’edilizia, si muovono grandi interessi, e grande consenso, quindi, la tentazione ce n’è tanta sia destra, quanto a sinistra. Bisogna dirlo. Bastia, nella precedente gestione, né è stata un emblema.
      Bisogna però anche evidenziare, che a Bastia, ma questo è nell’indole dei bastioli, si è fatto tanto e non tanto male. Ad Assisi, invece, si è costruito tanto e tanto peggio. Se analizziamo invece la “forma della città” di Bastia, troveremo questa, frutto di una pianificazione di un livello qualificativo non banale. Addirittura anche se si va ad analizzare quella parte edificata in assenza di uno strumento urbanistico, difficilmente cadiamo nel disordine dell’auto-pianificazione che è avvenuta a Santa Maria o nelle zone di espansione di Assisi.
      Detto ciò, non esime dal dover fare un esame di coscienza sia a dritta che a manca.
      Occorre porre attenzione a mille fattori, che spesso non vanno d’accordo con gli speculatori e con questi con chi ci vive intorno. Se poi aggiungiamo, da parte dei privati, una scarsa qualità costruttiva, banale, anonima, insomma brutta, aggiungiamo al male, il peggio.

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